L'AQUILA - Queste immagini si riferiscono all'8 marzo 2010, quando al tribunale dei Minori dell'Aquila si apriva il processo a due dei tre minorenni accusati dell'omicidio di Antonio De Meo , ucciso a pugnalate la notte fra il 9 e il 10 agosto 2009 davanti un chiosco a Villa Rosa di Martinsicuro. Una vicenda triste come quella di Emanuele Fadani , ammazzato l'11 novembre di quello stesso anno a pochi chilometri di distanza, ad Alba Adriatica. Entrambi uccisi da un pugno. La mano nuda è un'arma, al pari di un coltello o di una pistola. Per questo le madri delle due vittime chiedono una modifica legislativa, ed hanno avviato una raccolta firme a sostegno della modifica del Codice Penale, nell'articolo in cui riconduce i delitti compiuti a mani nude all'omicidio preterintenzionale. Per Anita Fadani e Lucia De Meo l'omicidio a mani nude va considerata sia come autonoma fattispecie di reato che come circostanza aggravante. E proprio per oggi, intanto, è atteso il pronunciamento della...
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