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Emanuele Fadani ed Antonio De Meo , l'uno commerciante di Alba Adriatica (Teramo) l'altro studente lavoratore di Castel di Lama (Ascoli Piceno) vennero uccisi nel 2009, a distanza di tre mesi, con un pugno alla testa sferrato da cittadini rom. Il codice penale spesso riconduce questo reato all'omicidio preterintenzionale. Contro questa interpretazione, nella convinzione che un pugno a mani nude ben assestato uccide al pari di un'arma, le due madri coraggio che condividono un destino comune hanno avviato la proposta di legge di iniziativa popolare per modificare il codice penale. Nita D'Orazio (madre di Emanuele) e Lucia Di Virgilio (madre di Antonio) hanno raccolto gia' cinquemila firme. Tra i sottoscrittori alcuni parlamentari abruzzesi e marchigiani di entrambi gli schieramenti politici. "I casi di omicidio a mani nude, sono purtroppo in sensibile aumento ed hanno raggiunto una frequenza tale da rendere intollerabile la perdurante totale assenza nell'attuale quadro normativo, di... leggi tutto l'articolo
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